Helicobacter pylori e alitosi. C'è un legame?
Helicobacter pylori e alitosi: un legame da approfondire
Un nuovo studio ha evidenziato un’interessante correlazione tra l’infezione da Helicobacter pylori (H. pylori) e l’alitosi cronica associata alla dispepsia funzionale. L’eradicazione del batterio ha portato alla risoluzione dell’alitosi in un’alta percentuale di pazienti, suggerendo che il trattamento di H. pylori potrebbe essere una nuova strategia per contrastare il cattivo odore dell’alito in alcuni casi specifici.
Cos’è Helicobacter pylori?
H. pylori è un batterio che colonizza lo stomaco e che viene spesso acquisito durante l’infanzia. Sebbene possa rimanere asintomatico per anni, è noto per il suo ruolo nello sviluppo di gastrite, ulcere peptiche e un aumento del rischio di tumore gastrico. Tuttavia, nuovi studi suggeriscono che il batterio potrebbe essere coinvolto anche nell’alitosi, rendendolo un elemento da considerare nella diagnosi e nel trattamento del disturbo.
Il legame tra Helicobacter pylori e la dispepsia funzionale
La dispepsia funzionale (DF) è un disturbo cronico che colpisce la sensibilità e la motilità del tratto digestivo superiore, causando sintomi come dolore epigastrico, nausea, sazietà precoce e gonfiore. Essendo una condizione funzionale, non presenta anomalie strutturali evidenti, ma può essere influenzata da diversi fattori, tra cui l’infezione da H. pylori. In molti pazienti, la dispepsia funzionale è accompagnata da alitosi, portando i ricercatori a indagare un possibile legame tra il batterio e il cattivo odore dell’alito.
Tipologie di alitosi
L’alitosi, oltre a rappresentare un disagio personale, può avere un impatto significativo sulla vita sociale e professionale di chi ne soffre. Esistono tre principali categorie: alitosi genuina, quando il cattivo odore è effettivamente presente e percepibile da terzi; pseudo-alitosi, quando la persona è convinta di avere alitosi, ma non vi è alcuna evidenza oggettiva; alitofobia, quando, nonostante il trattamento, persiste la convinzione di soffrire di alitosi.
Nella maggior parte dei casi, l’alitosi ha origine nella bocca a causa della decomposizione di residui alimentari, cellule epiteliali e composti volatili presenti nella saliva. Tuttavia, questo studio ha messo in luce un possibile ruolo dello stomaco e di H. pylori nella sua insorgenza.
Lo studio e i risultati
Pubblicato sulla rivista Medical Principles and Practice, lo studio ha coinvolto 18 pazienti con dispepsia funzionale, alitosi e infezione confermata da H. pylori. Gli studiosi hanno escluso soggetti che assumevano antibiotici, inibitori di pompa protonica, FANS o altri farmaci che avrebbero potuto interferire con i risultati.
Dopo aver valutato i sintomi iniziali, i ricercatori hanno prescritto ai pazienti una terapia farmacologica per eradicare H. pylori. A distanza di 4-6 settimane, il 90% dei pazienti (16 su 18) ha riportato la scomparsa dell’alitosi, insieme a un miglioramento generale dei sintomi digestivi. Sebbene il gonfiore non sia migliorato in modo significativo, il trattamento ha avuto un impatto positivo su dolore epigastrico, nausea e sazietà precoce.
Conclusioni e prospettive future
Questa ricerca conferma il possibile legame tra H. pylori e alitosi, suggerendo che il trattamento dell’infezione possa essere una soluzione efficace per alcuni pazienti con alito cattivo persistente. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per comprendere se il batterio contribuisca all’alitosi esclusivamente attraverso la sua presenza nello stomaco o se possa colonizzare anche il cavo orale.
Se soffri di alitosi cronica nonostante una corretta igiene orale, potrebbe essere utile approfondire il ruolo di H. pylori con il supporto di un medico specialista.